Lunedì, 15 Giugno 2020 - Sei nella categoria: Notizie
“Hanno pensato che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà”
Dalla finestra della sua immaginazione, Frida si immergeva nei colori pieni dell’estate messicana, quella che non finisce mai, neanche dopo la morte.
Il suo corpo, flagellato dal dolore e da una sorte piuttosto avara, è diventato un tempio da decorare con i colori più accesi: il blu degli Iris, il giallo dei girasoli, le sfumature della Euphorbia bracteata. L’artista “di vetro”, fragile nel corpo e granitica nello spirito, ci ha lasciato un’eredità artistica straordinaria.
I suoi quadri, con le loro tinte brillanti eppure così carichi di tormento, i suoi pensieri diventati nel tempo versi immortali, fanno da pendant a una vita piena di sofferenza eppure densa d’amore e passione come poche.
I contrasti hanno reso Frida stessa un’opera d’arte a cui ispirarsi
Durante un viaggio in Messico, qualche anno fa, sono entrato a “La Casa Azul”, dove Frida abitava col suo grande amore, il pittore Diego Rivera. Una passione piena di ombre e luci, proprio come la sua vita.
Il verde dei cactus, piantati nel cortile circondato, protetto quasi, dalle quattro mura dell’abitazione, si mescola agli aranci dei profili agli ingressi e all’eccezionale blu cobalto delle pareti che ti trascina nei fondali di un’esperienza visiva incredibile.
A “La Casa Azul” i colori e il profumo dei fiori ti avvolgono e lasciano una traccia indelebile nello spirito
All’interno della dimora i tavoli giallo sole, gli accostamenti con la paglia e i vetri che custodiscono ancora oggi i pigmenti colorati, usati per dipingere quadri, e poi ancora piccole sculture disseminate ovunque tra le geometrie curvilinee della casa, creano un incanto più simile a una magia ancestrale, che ti afferra alla vita per segnarti un’impronta addosso. Quell’impronta dice: non dimenticare.
Per lavoro, dopo la visita a “La Casa Azul”, mi spostai a Central de abastos, a Città del Messico, per una valutazione di compatibilità col mercato europeo di alcuni prodotti del posto. Ne approfittai per visitare il famoso Mercado de jamaica.
Un’esperienza quasi mistica.
Cascate di colori accecanti, una sinfonia di migliaia di esemplari di fiori e piante ornamentali, un Eden che ti abbaglia con tinte sgargianti che ti trascinano dal rosso al fucsia all’arancio.
Dall’esperienza messicana ho tratto ispirazione per il matrimonio a tema “Frida” in cui la natura è l’ospite d’onore.
Il matrimonio a tema “Frida” è un’esplosione di vita e colori
Cogliendo i semi dell’amore immenso dell’artista messicana verso il fiore, immagino un evento che brulichi di vita.
Il bouquet della sposa sarà una tavolozza di colori accostati con coraggio e un po’ di stravaganza: rose, orchidee, bacche, piante grasse, tutti uniti con un calcolato disordine, con casualità armonica.
L’acconciatura della sposa, raccolta in trecce, adornata con una corona di ranuncoli, ortensie, lillà e rose si abbinerà a un make up semplice illuminato da un rossetto rosso acceso.
Come accessori, un tocco di etnico completerà l’outfit (Rivera adorava regalare a Frida monili di ogni specie) e uno scialle in pizzo bianchissimo appoggiato leggermente sulle spalle, renderà la suggestione in pieno.
L’allestimento floreale diventerà come il giardino segreto di Frida, che l’artista ammirava dalla sua finestra per dipingere i suoi celebri autoritratti.
Ginger, Helyconia, orchidee, strelitziae, protee saranno gli elementi con cui disegnare l’evento, sui tavoli occhieggeranno foglie tropicali di palme e agli angoli faranno capolino esemplari di Monstera deliciosa uniti ai philodendrum, alle magnolie e alle calle, il fiore preferito da Rivera.
Un’idea originale è quella di creare anche un angolo dedicato proprio alla frutta esotica con una torta a tema, coloratissima.
Il menù da abbinare sarà speziato, rinfrescato dall’aroma limonato del coriandolo, dalla carezza suadente dei peperoncini dolci, il tutto accompagnato dai tradizionali tacos messicani e dalle deliziose nopales arrostite sulla griglia.