Tutti i colori del mare tra le pagine di Nozze Mag, il magazine degli sposi
Giovedì, 30 Luglio 2020
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Un gioco di circolarità, la cornice perfetta tra l’orizzonte e gli sguardi della coppia, la magia del tramonto che si riflette sui fiori.
Quando la rivista Nozze Mag mi ha chiesto di progettare la mia idea di nozze romantiche, ho subito pensato al mare, illuminato dai raggi della golden hour, nel momento in cui il cielo si tinge di violetto e spinge quelle sfumature di rosso corallo ai confini della sera. Ho visto i marosi frangersi schiumando, e la sabbia confondersi con le tinte dei fiori che riportavano alla mente gli acquerelli d’autore e i versi dei poeti.
Così la mia sposa, avvolta da un sontuoso abito celeste polvere, che risaltava sul suo incarnato appena dorato, è diventata un fiore anche lei. I ricami sul broccato, cangiante al tramonto, riprendevano, in un gioco di circolarità, i fiori che avevo scelto per il suo bouquet: le peonie bianche, lo spruzzo del panicum, le ortensie leggermente sfiorate da un sospiro di azzurro.
Amo comporre il bouquet della sposa dopo aver visto in anteprima l’abito, questo mi permette di studiarne la texture e armonizzare la composizione floreale in modo che sembri quasi la naturale prosecuzione del tessuto.
L’effetto finale è stata una fusione incredibile tra la sposa, le sfumature della sabbia (che quasi riprendevano quelle dell’abito), le forme dei fiori. Un gioco di rimandi di grande impatto visivo.
Nella cartolina che ho costruito, prima nella mia immaginazione e poi sul set allestito sulla spiaggia di Marina di Gioiosa Jonica, ho progettato due semicerchi, in cui i colori si abbracciavano scambiandosi i riflessi. La palette richiamava il mare grigio cobalto e spiccava, col suo tenero e soffice color biscotto, la maestosa erba pampas (cortederia), sistemata ai lati in due ciuffi sporgenti come fossero ali protettive tra i due sposi.
A completare i semicerchi, il blu del delphinium, l’anthurium, l’eleganza del garofano, la rosa e le margheritine di campo che punteggiavano quello scorcio in cui all’orizzonte, tra sposa e sposo, una barca si incastonava come una melodia emozionante nello spazio di questo canto libero visivo.
Una cornice naturale perfetta in cui la coppia è diventata parte di un quadro che sapeva d’estate, di vento, d’amore.