Nozze in vigna, un sogno naturale immersi tra le viti più preziose
Lunedì, 28 Settembre 2020
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A Tenuta Ceraudo un fascinoso matrimonio intimate all’aperto allestito tra i filari del vigneto e i placidi ulivi
Sotto un cielo impunturato di nuvole gonfie e lanose, la distesa delle viti che si perdeva all’occhio nella campagna, si è disegnata nella mia mente come un quadro di Magritte: una stanza senza pareti e con un solo ingresso, sorvegliato da due porte aperte. Pensandoci, il giorno del matrimonio non è che un primo passo verso uno spazio pieno di possibilità e scelte, e non ha barriere: ci si entra perché lo si desidera, ci si resta perché non possiamo farne a meno. Ecco perché ho subito pensato che quelle nozze da allestire a Tenuta Ceraudo, potessero diventare suggestive come un verso di Kerouac quando scrive:
Dopo poco scese il crepuscolo, un crepuscolo color dell'uva, violetto sulle coltivazioni di aranci e sui lunghi campi di meloni; il sole del colore dell'uva spremuta, con squarci di rosso borgogna, i campi del colore dell'amore
Per questo ho pensato a un allestimento sospeso tra la solidità del momento e il colore del sogno.
Il dolce canto delle colline
A Tenuta Ceraudo, il vigneto tappezza come un panno di lino grezzo le colline morbide, discendendo in filari accesi, quasi disegnati a matita a vederli da lontano, e il cielo sembra più largo e luminoso, quasi entra dentro gli occhi. Con la wedding designer Giusy Guzzo, abbiamo parlato a lungo di come fosse importante che l’allestimento restituisse quell’aura di calore e profumo antico. Guardando i declivi, respirando quell’aria profumata di terra e agrumi, ho iniziato a progettare le nozze tra viti, ulivi e campi appena mietuti quando nell’aria c’è ancora il profumo del sole che ha baciato i suoi frutti migliori prima di sera e bisbiglia un arrivederci.
La location è tra le più amate per il “destination wedding” per l’atmosfera fascinosa legata in modo robusto alla tradizione.
Le cantine della Tenuta hanno conservato un aspetto primigenio, semplice e magnetico. In cucina, a curare il menù, la giovane chef stellata Caterina Ceraudo, orgoglio calabrese, uno tra i nomi più interessanti del panorama culinario italiano che ha messo a punto, per l’occasione, un percorso degustativo di gran classe, all'interno del prestigioso ristorante Dattilo.
Il rito civile
Il percorso della sposa verso il “sì” è stato progettato come una camminata nella natura arricchita dai colori caldissimi dei fiori e dell’erba pampas che gonfiava in sbuffi i suoi archi piumosi da due vasi in ghisa, verniciati in verde salvia con punte di ruggine, sostenuti da colonne in foglia oro antichizzata. Ai lati, file di seggiole rustiche portavano l’occhio fino alle due porte, con decori sulle facciate che ricordavano gli antichi portali nobiliari, oltre le quali si stendeva la vigna mentre intorno gli ulivi punteggiavano lo sguardo degli ospiti. Quello è stato il punto esatto in cui gli sposi hanno detto “sì”.
Un pranzo nella natura
Per l’allestimento ho giocato con le forme e le tinte dei fiori: celosia, lisianthus, tulipani, rose red eye, leucospermum, e poi bacche ilex e naturalmente uva. Il bouquet della sposa traboccava di tesori della terra: rami di ulivo, bacche rosse, ramificazioni di edera, mirtillo, rose rosse e santini bordeaux. Per il tavolo del pranzo, apparecchiato per un ricevimento “intimate”, ho giocato sull’abbondanza delle forme. Sul piano di legno chiaro, scelto proprio per esaltare le tinte dei decori della mise en place che giocava sui dorati e le trasparenze, ho sistemato vasetti, di diverse altezze, in vetro sfaccettato con rilievi romboidali, verde bottiglia e rosa antico, da cui spuntavano rametti di ulivo, ciliegie, fichi d’India, grappoli d’uva, rose inglesi, leucadendrum, crisantemi a fiore grande, tulipani rosa cipria. Un bagno di colore che ha acceso con il rosso, il verde e il senape, un matrimonio totalmente immerso in una natura accogliente e quasi materna, piena di spazi e di vita.